Pranayama
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Pranayama

Pranayama

«Il prana sta allo yoga come l’elettricità alla nostra civiltà. […] Ignorare l’esistenza del Prana, della sua azione sul nostro organismo, il modo di immagazzinarlo, di dirigerlo secondo la nostra volontà, significa ignorare il vero yoga. Non c’è dubbio che è possibile praticare gli asana senza preoccuparsi del prana, in quanto, in una determinata misura, le posture assicurano quasi automaticamente l’equilibrio pranico senza che l’adepto se ne debba preoccupare. Non appena acquisita la tecnica delle posizioni, se si vuole progredire, occorre oltrepassare lo stadio dell’esecuzione puramente meccanica e materiale degli asana e di altri esercizi per passare a quello del Pranayama» (André Van Lysebeth).

Il prana è energia, la qualità della nostra vita è determinata dalla nostra capacità di attrarre il prana dentro di noi. Il prana è presente nell’aria, ma è anche nell’acqua, nel cibo, nella luce del sole. Sempre André Van Lysebeth (il più grande studioso occidentale di pranayama e di yoga, autore di libri fondamentali sull’argomento) ci ricorda che i Rishi avevano compreso che esistono tecniche in grado di dirigere e immagazzinare questa corrente di energia attraverso il pensiero. «Svelare l’esistenza del prana è già notevole. Scoprire che è possibile controllarlo, determinarne le leggi e le tecniche adatte a tal fine è addirittura meraviglioso: gli yogi hanno fatto entrambe queste cose. La scienza del controllo del prana si chiama Pranayama».

La pratica del pranayama racchiude una serie di esercizi e tecniche di respirazione.

La respirazione è la sorgente della nostra forza, imparare a respirare ci permette di controllare il corpo e la mente.

Una persona normale in stato di rilassamento effettua 14-16 respiri al minuto. Con lo stress la respirazione accelera, diventa più veloce. Quando si presenta ansia, rabbia, paura o stimolazione sessuale, i respiri diventano 32 o più al minuto.

Quando abbiamo la capacità di controllare il respiro possiamo controllare tutto.

Secondo lo yoga l’ideale sono 8 respiri al minuto, così riceviamo più energia e più ossigeno. Quando respiriamo 8 volte al minuto abbiamo l’energia necessaria a far funzionare il sistema ghiandolare. Possiamo raggiungere anche i 4 respiri al minuto con la pratica regolare del pranayama.

Rallentando la respirazione aumenta l’ossigenazione del sangue, arriva più ossigeno al cervello che quindi funziona meglio; si amplifica la memoria, l’intelligenza, la capacità di ragionare, migliora la circolazione e ne beneficia anche il nutrimento del corpo.

Durante una negoziazione, un’intervista, una discussione, se riusciamo a mantenere lento il respiro ragioniamo con lucidità, restiamo più concentrati, siamo più reattivi e pronti nel rispondere. Il respiro lento ci conferisce calma e autocontrollo.

All’inizio potrà innervosirvi rallentare il respiro, anche perché non è facile come potrebbe in apparenza sembrare, richiede volontà e concentrazione; ma appena sentirete di avere la padronanza di alcune tecniche che praticheremo insieme, esercitatevi con perseveranza e vi stupirete dei risultati, potrete raggiungere anche un incredibile controllo sull’ansia.

È importante percepire il respiro in tutto il corpo: muscoli pelvici, diaframma, addome, ombelico, petto, clavicole, schiena, persino nella testa.

Uno dei concetti più difficili da trasmettere agli occidentali è che l’energia si accumula attraverso il rilassamento. Infatti non è assumendo eccitanti che aumentiamo l’energia, anzi questo a lungo andare indebolisce mente e corpo (quando le surrenali sono stanche non riusciamo a riposarci). Troppi confondono l’eccitazione con l’energia. Troppi diventano dipendenti da sostanze come la caffeina credendo di aumentare l’energia, quando invece quello che ci serve è rallentare il respiro.

Risultati conferiti dal giusto ritmo del respiro: chiarezza della mente, chiarezza visuale (vediamo meglio quando respiriamo più lentamente), concentrazione, autocontrollo del corpo e della mente, aumento della memoria, l’ipofisi e la ghiandola pineale lavorano meglio e in sinergia (quindi ne beneficia l’intuizione e la capacità di entrare in uno stato meditativo), migliora la connessione tra le due aree del cervello, il cervello funziona meglio, diminuiscono ansia e stress, diventiamo molto presenti, siamo più sensibili, più aperti alle nostre sensazioni, ci sentiamo complessivamente meglio.